Ormai lo sapete vintage fa rima con sostenibilità. Dare nuova vita a un capo usato riduce l’impatto ambientale e sociale creato dalla moda odierna.
In un momento in cui le preoccupazioni per il nostro ecosistema sono al centro del dibattito mondiale vogliamo abbracciare questa tema non solo con i nostri abiti, ma anche suggerendovi piccole soluzioni casalinghe dal tocco retrò, per rendere la vostra vita quotidiana più green.
Partiamo proprio dall’igiene personale, o meglio dal sapone.
Ormai tutti utilizziamo detergenti, e la cara vecchia saponetta ci sembra quasi un ricordo d’antan.
I saponi liquidi che affollano gli scaffali dei supermercati non fanno altro che incrementare notevolmente la produzione mondiale di rifiuti in plastica. Allora perché non adottare una soluzione più etica, tornando a riutilizzare le saponette?
Le saponette, dimenticate, talvolta disprezzate, hanno una storia antichissima. Pensate che la loro presenza è attestata sin dall’antico Egitto, quando erano realizzate con oli vegetali e animali.
La storia del sapone non passa invece per la cultura greca e romana antica. Greci e romani non utilizzavano sapone ma oli profumati e strigili, ovvero raschietti in metallo con cui veniva rimosso lo sporco dalla pelle.
Ma i veri inventori del sapone come oggi lo conosciamo sono gli arabi. Infatti furono i primi ad utilizzare la soda caustica, iniziando a produrre i primi detergenti a base di olio di oliva e oli di timo o alloro.
Dopo l’800 d.C., sull’onda dell’espansione araba in Europa, questi prodotti furono conosciuti in tutto il bacino mediterraneo, raggiungendo la Spagna e la Sicilia. I primi saponifici in Europa furono installati nel XII secolo in Castiglia e in Italia (Savona, Venezia). Più tardi nel sud della Francia, dove nacque il celebre sapone di Marsiglia.
![Il sapone arabo e un'antica saponificatrice](https://www.vintachic.it/wp-content/uploads/Untitled-design-1-1024x576.jpg)
Il sapone arabo e un’antica fabbrica di saponi
Nonostante la loro storia millenaria non siete ancora propensi ad utilizzare le saponette poiché credete siano dispensatrici di germe e batteri? Non è affatto così come spiega Silvio Brusaferro, ordinario di Igiene e Medicina Preventiva dell’Università degli Studi di Udine “Se si parla di uso domestico non c’è molta differenza perché per far uscire la giusta quantità di liquido, soprattutto i bambini, premono più volte l’erogatore con le mani sporche di residui grassi e dolci del cibo e che a volte sono state a contatto del naso e della bocca con tosse e raffreddore. Così, la superficie dell’erogatore raccoglie lipidi, zuccheri, germi e virus, oltre a tanta polvere. Il tutto con la complicità dell’umidità diventa un ideale terreno di coltura per i germi. Invece, quando un bambino prende tra le mani la saponetta, la passa sotto l’acqua e la sfrega per fare la schiuma, le tracce di sporco vengono lavate via dall’acqua corrente”.
![Pubblicità vintage del sapone. Fino agli anni '50 il sapone era un bene di lusso.](https://www.vintachic.it/wp-content/uploads/Untitled-design-2019-03-18T174927.786-1024x576.png)
Pubblicità vintage del sapone. Fino agli anni ’50 il sapone era un bene di lusso.
Niente paura allora, possiamo tornare ad acquistare il sapone solido! Quando lo facciamo occhio all’INCI e agli imballi di plastica. Ma se siete dei veri ecologisti la soluzione migliore, e anche più divertente, è quella di autoprodurre il sapone in casa. Difficile, direte voi. Nient’affatto, con la ricetta e le dritte di Sara Primieri, medico veterinario, ma soprattuto green lover ed esperta di handmade. Ecco a voi il suo comprovato metodo di saponificazione a freddo:
![I saponi alla lavanda realizzati da Sara. Credits: Sara Primieri](https://www.vintachic.it/wp-content/uploads/ccdbf450-492c-4976-bdcb-6320f65e9e42-1024x768.jpeg)
I saponi alla lavanda realizzati da Sara.
Credits: Sara Primieri
Gli ingredienti che vi occorreranno:
- 1 kg di olio d’oliva
- 128 gr di soda caustica
- 300 gr di acqua (è possibile utilizzare anche infusi o decotti)
L’attrezzatura richiesta:
- bilancia elettronica
- cucchiaio di legno per mescolare
- caraffa in pirex o bicchiere di plastica dove diluire la soda
- pentola di acciaio inox o contenitore di plastica adatto alle alte temperature
- frullatore ad immersione
- stampi
NB:Per evitare spiacevoli incidenti indossare sempre guanti, mascherina ed occhialini, poiché la soda caustica è altamente corrosiva ed ustionante.
![I saponi realizzati per Vintachic da Sara Credits: Sara Primieri](https://www.vintachic.it/wp-content/uploads/sara-primieri-1024x576.png)
I saponi realizzati per Vintachic da Sara
Credits: Sara Primieri
Il procedimento:
In un bicchiere di carta pesate la soda caustica. Versate poco a poco la soda nell’acqua (mai il contrario), mescolando in modo che si sciolga bene, facendo attenzione perché la temperatura della soluzione caustica salirà rapidamente sino a 70/80 gradi.
A questo punto si versa la soluzione di soda caustica direttamente nell’olio (già pesato) e si mescola bene con un frullatore ad immersione.
Quando il sapone ha raggiunto il “nastro” (cioè la miscela ha cambiato colore e consistenza), come tocco finale è possibile aggiungere a piacere olii essenziali che vanno amalgamati bene con un cucchiaio di legno. A questo punto versare il sapone negli stampi (meglio se in silicone, altrimenti stampi foderati con carta da forno) e decorarlo a piacere con foglioline di ulivo, fiori di lavanda o iperico, petali rosa, scorzette d’arancia, pezzettini di cannella o chicchi caffe. Coprire lo Stampo con la pellicola e lasciare raffreddare il sapone avvolto in vecchie coperte per mantenerlo al caldo e facilitare il processo di saponificazione dei grassi. Se utilizzate uno stampo unico, dopo circa 24 ore, tagliare a ‘fette’ di circa 2 cm il sapone una volta solidificato.
Lasciatelo poi stagionare in un luogo fresco per circa 2 mesi così da esaurire il potenziale caustico della soda et voilà le vostre saponette fai da te, ecologiche e profumatissime, saranno pronte.
Perfette anche da regalare ad amici e parenti in una sfiziosa confezione, anch’essa fai da te.
Non vi resta che munirvi degli ingredienti richiesti e mettervi all’opera. Buona saponificazione!
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Saponi alla rosa e all’ipericum realizzati da Sara. Credits: Sara Primieri