La storia della ceretta, dalle caverne al movimento body positive

da | Lug 20, 2020 | Blog, Le Vintagerie, Senza categoria

Finalmente è arrivata l’Estate, è tempo di smettere jeans, maglie e calze e poter indossare abiti e shorts che lascino le gambe scoperte, ma soprattutto è il momento di rientrare nel costume.

E con tutta questa pelle all’aria la depilazione, che piaccia o meno, si rende necessaria. Mentre prenotate l’appuntamento per la ceretta completa dalla vostra estetista di fiducia non vi state forse domandando da dove provenga questa pratica, dolorosa quanto indispensabile?

Tranquille, distendetevi sul lettino, prendete confidenza con la cera calda, stringete i denti, e…Continuate a leggere questo articolo!

Pensate che le donne non sono state le prime a soffrire a causa della depilazione, infatti durante l’età preistorica gli uomini furono i primi a depilarsi, visto che, intenti nella caccia, erano molto spesso sorpresi da temporali invernali che congelavano la fitta peluria provocando dolorosi geloni, di certo più fastidiosi dell’alternativa: rasarli con conchiglie o denti di belve affilati.

Successivamente fra gli egiziani, la depilazione è diventata un’abitudine che associava igiene, estetica e purezza spirituale. Le donne erano solite radersi tutto il corpo ad eccezione della chioma, rifacendosi ad un ideale di bellezza infantile, come loro anche i sacerdoti si depilavano, ma per questioni esclusivamente religiose. Gli attrezzi utilizzati erano per lo più pietre abrasive, come la pietra pomice, e conchiglie. Non mancavano nemmeno le prime “creme depilatorie”, peccato che l’ingrediente principale fosse l’arsenico e che il loro utilizzo, a lungo andare, risultasse letale. Cleopatra fu una delle pioniere della depilazione femminile, ma pare che invece del rasoio usasse una sorta di ceretta molto simile a quella che si fa oggi con lo zucchero.

Anche nella Magna Grecia e nella Roma Imperiale si faceva ricorso a metodi di depilazione. Tra le donne per questioni estetiche, in quanto i peli erano sinonimo di scarsa igiene personale e considerati caratteristica della plebe. Mentre per gli uomini, per cui valevano gli stessi motivi, si aggiungevano questioni di praticità soprattutto se si trattava di atleti. Il metodo consisteva nell’arroventare gusci di noce e sfregarli delicatamente, evitando ustioni, sulla zona da depilare, oppure si faceva ricorso a rudimentali pinzette. A quanto pare anche Plinio Il Vecchio ci ha lasciato diverse ricette di creme depilatorie e schiarenti portentose.

In Oriente invece la depilazione era imposta dalla legge: i peli venivano estirpati con pellame di pescecane essiccato che, strofinato sulla pelle, li faceva cadere. Inoltre veniva utilizzata calce e trisolfuro di arsenico per ridurre la crescita dei peli pubici. In Arabia le donne utilizzavano la tecnica del “threading”, una prima versione della depilazione con filo arabo, ancora oggi utilizzatissima. Nel Medioevo era addirittura la Chiesa a stabilire che le signore dovevano lasciarsi crescere i peli ma non mostrarli (anche perché la maggior parte di essi si trova in zone intime), ma le donne hanno sempre trovato ottimi stratagemmi per eliminare gli odiati nemici, facendo ricorso ad un ago incandescente che veniva infilato direttamente nel bulbo pilifero per evitare che questo ricrescesse. In sostituzione, si utilizzava anche della calce viva, che poteva procurare pericolose ustioni.

Come si può notare dai dipinti dell’epoca, nel 14esimo secolo si è invece diffusa la moda della fronte alta, come segno di nobiltà, per cui le dame allargavano l’attaccatura della fronte strappandone la prima fila di capelli. Nella seconda metà del 1500, in Inghilterra, Elisabetta I decretò che la peluria sul viso andava curata come segno di civiltà, questo valeva per uomini e donne. Quindi sopracciglia sagomate, baffi, barbe e baffetti eliminati. Per le gambe, nessun problema, tanto erano sempre coperte.

Nonostante la pratica della depilazione andò avanti e si affinò negli anni il vero punto di svolta ci fu solo nel 1762, quando il barbiere francese Jean Jacques Perret inventò il primo rasoio a mano libera.

Nel XVIII secolo la depilazione diventa un dovere, grazie, non solo il rivoluzionario rasoio, ma anche la commercializzazione a metà dell’Ottocento di sostanze depilatorie in polvere.

Ad inizio Novecento, complici gli abiti coprenti la depilazione sul corpo poteva essere evitata nelle zone più critiche, ma come riporta la storica Cristine Hope, all’epoca ad essere presi di mira erano soprattutto i peli del viso, del collo e degli avambracci – gli unici a non essere coperti da tessuto.

Le cose negli Stati Uniti cambiarono partire dal 1915, quando sulla rivista di moda Harper’s Bazaar iniziarono a comparire pubblicità che mostravano disegni di donne con ascelle implumi (in genere per commercializzare creme depilatorie).

Inoltre nel frattempo gli orli degli abiti si accorciano e le braccia escono allo scoperto, complice l’invenzione dei rasoi di sicurezza con lame intercambiabili (1901) e delle creme depilatorie istantanee (1919), sono sempre di più le donne a fare ricorso alla depilazione.

Le pubblicità sempre più spesso menzionavano la necessità di avere gambe lisce (il 66% tra quelle su Harper’s Bazaar, secondo le ricerche della Hope), si trattava principalmente di annunci stagionali, concentrati principalmente durante la bella stagione, aprile a settembre.

Pubblicità di creme deplitatorie

Negli anni ’40, la depilazione era ormai divenuta la norma. Il 56% degli annunci su Harper’s Bazar era ormai focalizzato unicamente su prodotti per la depilazione delle gambe, e il tono per chi non si adeguava alle “regole” si era ormai fatto quasi di biasimo.

Una pubblicità del 1939 recitava: “Le calze alle caviglie al campus vanno bene, le gambe pelose no”. Negli ’50, la trasformazione era completata, il 98% delle donne americane tra i 15 e i 44 anni dichiarava di essersi depilata almeno una parte del corpo.

C’era poi chi faceva di più, come Marilyn Monroe e Liz Taylor che rasavano il volto. Il motivo è avvolto nel mistero, c’è chi dice che lo facessero come sistema drastico per esfoliare la pelle, ma pare che Marilyn avesse una folta e soffice peluria da bebè sul viso che a volte voleva eliminare, altre preferiva tenere perché la rendeva più fotogenica.

In Italia, l’abitudine della ceretta completa arrivò verso la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ‘70, sulla scorta di quanto avveniva già da un decennio negli USA, e passando attraverso la moda della vicina Francia, dove attrici come Brigitte Bardot davano l’esempio.

Sophia Loren, rasoio anni ’30, Virna Lisi passa il rasoio

Oggi dopo secoli di strappi, arrovellamenti e dolore, sembra che il pelo sia tornato di moda, complice anche il movimento body positive.

Sono sempre di più le donne che rifuggono dalla depilazione nei punti più sensibili gambe, ascelle per mostrarsi nature e dire no ai tabù intorno al corpo femminile.

Da Lourdes Ciccone, che segue l’esempio della mamma Madonna, alla pop-star Miley Cyrus, e c’è addirittura chi ha sdoganato i peli sulle riviste di moda, Gigi Hadid su Love Magazine, e Emily Ratajkowski , protagonista di un servizio fotografico in bikini pubblicato proprio su Harper’s Bazaar, che si era scagliato tanto ardentemente contro i peli quasi un secolo fa. Insomma chi l’avrebbe mai detto?

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